Articoli scritti da: Davide De Grazia

Mi definisco uno spirito libero, che al di fuori delle idee dominanti e attraverso uno sguardo autonomo e indipendente, prova a creare nuove rotte, sulla via della conoscenza.

The noose

Sono veramente felice di sapere che ora stai bene

Con l’aiuto del cielo hai scacciato via tutti i tuoi demoni

E non per minimizzare quello che hai fatto

O per mera curiosità

Vorrei sapere cosa ci si sente

Ora che non si sente più niente

Ricordo le tue gesta in questo mondo di morti

Adesso che sei rinato di fronte a tutti noi

Le storie atroci sono finite

La pesantezza della terra ti ha elevato

Ora che la tua aureola è scivolata giù

Sono molto più che curioso

Di cosa dovevi chiedere scusa

Di cosa dovevi fare ammenda con i morti

Antichrist Superstar

Antichrist Superstar è stata sicuramente una delle performance più incredibili della storia del rock. Rimpiango di non esserci stato perché penso sia stata una esperienza assolutamente paranormale. Purtroppo, la critica musicale non ha mai compreso la grandezza di questo artista, così sopra le righe, così incredibilmente performante dal vivo, così osceno, così fottutamente rock. Poi per chi lo accusa di satanismo credo che non abbia mai letto Nietzsche e il chiaro riferimento all’opera “L’anticristo”.

Nietzsche è stato uno dei più grandi libertari della storia, malamente frainteso dalla cultura di destra, e al contempo dalla sinistra. Egli predicava la liberazione dell’uomo da tutte le oppressioni dei falsi valori inculcati dal cristianesimo e in particolare dal Cattolicesimo, che per sopprimere i popoli utilizzava la falsa morale dell’amore per il piccolo e il miserevole ai fini di tarpare le ali dell’uomo vero, dell’oltre uomo, l’artista colui che è capace di muoversi liberamente dai tutti i vincoli e comprendere da sé quello che è buono e giusto, attraverso un cammino fatto anche di errori, ma che solo può condurre al fine ultimo della vita.

Non pochi santi sono passati dal peccato prima di comprendere cosa era davvero giusto. Ma il rischio di qualsiasi insegnamento è quello di sfociare in una religione, in dogmi che tagliano le ali al genio, che forse è dentro ognuno. Nietzsche insomma amava troppo l’umanità per non svelare i segreti inconfessabili che si celano dietro al falso vivere civile, che non è altro che un gioco di rapporti di forza. In realtà l’umanità sarà giunta a maturazione quando riconoscerà i falsi valori, i rapporti di potere che vi stanno dietro.

E’ quindi necessaria una fase di ristrutturazione specificamente individuale che porti pochi eletti a indicare la strada, di spogliarsi di ogni conoscenza acquisita e di consegnarla a tutti coloro che saranno disposti ad accettare una realtà bruta. Ma la bellezza passa dalla bruttezza, dal dolore, dalla perdita di certezze, dalla grande disillusione. E in questo Nietzsche è stato insuperabile. Manson fa proprio il suo “insegnamento” (di Nietzsche) ed elabora una propria estetica artistica, che lo rende assolutamente unico nei periodi di maggiore ispirazione. Toccando delle vette espressive probabilmente inarrivabili per forza, potenza, originalità e peculiarità musicale.

Una voce graffiante, toni industriali pesantissimi, una presenza scenica mostruosa da film dell’orrore che svelano la vera essenza di questa vita, della famiglia americana tutta patinata e sorridente, della media borghesia insomma, che dietro le luci in privato coltiva sogni inconfessabili, intrinsecamente fascista. Ecco Manson svela tutto ciò, andando ben oltre perché tocca non solo la razionalità dell’esistenza ma soprattutto quel mondo oscuro che Freud definì l’inconscio, il lato sotterraneo. Ecco Manson e la sua musica è l’inconscio, l’Es allo stato puro. Il dionisiaco di Nietzsche. L’essenza della forza bruta della vita. Nessuno è riuscito a esprimere tutto questo e sono certo che prima o poi qualcuno lo riconoscerà. Ma i tempi non sono ancora pronti, così dichiarava Zarathustra, ma attendo fiducioso…

La bella stagione

È primavera nel cielo floreale, dipinto celestiale

Stanchi cumuli sonnecchiano come pecore al pascolo

Rinverdiscono i colli e profumo di lavanda avvolge le strade deserte del vecchio borgo

I panni stesi emettono effluvi di odori e sono spiegazzati dallo zefiro

Profumi d’Africa, profumi mediterranei, profumi della rinascita nel ciclo delle stagioni

E le rondini che cadono in picchiata, disegnando parabole tra antiche e pietrose abitazioni

Ricordi che viaggiano coprendo antichi anni tutti uguali

Brindisi declamazioni promesse

Comitive, il profumo dello scopone scientifico al bar tra le gazzose al caffè una Moretti qua e là,

E sfide estenuanti al bigliardino, vere maratone al suono della pallina e delle stecche scosse furiosamente

Rosei incarnati biondi abbronzati, la fanciullezza ha questo colore

E l’odore dei sudori che si confondono coperti da economici deodoranti

Il gel e la brillantina, allegra gioventù, si era tutti uniti tra una partita a pallone e una caccia al tesoro

E poi l’estate al mare, pelli lisce, pelli nere,

su peli biondi di corpi incorrotti

Le strade bruciate, e i raggi infuocati,

Tra le onde e il profumo di salsedine

Quanti i ricordi di un’estate così soave

Schiacciati sui sassi levigati all’incessante sciabordio delle onde

Ero ragazzo e scolaretto, all’abc della vita

E i sensi ancora liberi e ingenui si scoprivano allora nel loro massimo fulgore

Era questo il senso della vita e da allora non ne ho trovato uno più reale

Precipizio

C’era una volta nella mia mente

un’ombra alta e inclemente.

Non so più chi sono, senza una religione

non sono altro che una bolla di sapone.

Confondo le mie giornate

e ogni giorno è sempre uguale

e la musica di sottofondo

non è certo un pezzo musicale.

La pelle porta inciso questo viaggio,

cosa ne rimane se non un un piccolo saggio?

Così la notte viaggia selvaggia e veloce

sotto una luna enorme e atroce;

sembra risucchiarmi

chi può ancora amarmi?

L’amore è un dirupo della ragione,

chi precipita con me senza direzione?

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Uno sguardo non può mentire

Lei si trova difronte a me

E non ha paura

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Le montagne non parlano

E i sentimenti non mentono

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Il fiume scorre e riflette un uomo

Non ho paura di dirti quanto ti amo

Le stelle brillano illuminando l’immagine che ho di te

Nulla potrà corrompere i miei sentimenti

E la neve candida cade dritta sul mio viso

Mentre le lacrime scendono

Non so più dove sei

Sfavillio di ricordi scoppiano e rischiarano la notte

Onde fredde

Solo una lettera, poche parole

<<Non cercarmi>>

Non mi spaventa che sto piangendo

Le montagne non mentono

Nulla potrà cambiare ciò che è stato

Potrei fingere che non importi

Ma non sarebbe reale

Quello che è stato non passerà

Un segno indelebile

Non sono più ciò che ero

Considerazioni sui Nazionalismi e sulla guerra in Ucraina

Ogni stato dovrebbe semplicemente pretendere il rispetto delle sue leggi, consentendo a tutte le proprie componenti di mantenere le proprie tradizioni culturali (linguistiche, religiose, tradizionali, folcloristiche) a patto che non vadano contro la Carta Costituzionale.

Al contempo deve essere inclusivo e dare a tutte le sue componenti la possibilità di farcela. Se non fa questo rischia lo sgretolamento e la creazione di tanti piccoli nazionalismi che possono condurre a guerre fratricide.

Purtroppo, a volte accade che per interessi geopolitici, Stati (multinazionali, come è il caso degli Stati Uniti) “intervengano” destabilizzando la convivenza civile, ovviamente per un proprio tornaconto “Nazionale”. E questo è un paradosso perché gli Stati Uniti si sono fondati proprio sul multinazionalismo dei suoi cittadini.

Mi viene allora il sospetto che dietro i continui nazionalismi che hanno portato allo smembramento dell’Unione Sovietica, ci sia stato lo zampino americano, che ha sobillato attraverso influenze più o meno occulte la nascita o l’inasprimento dei vari nazionalismi già presenti allo stato germinale nello stato multinazionale sovietico.

Ciò non è un bene perché i nazionalismi “recenti” più che l’autodeterminazione dei popoli (che poi è un’invenzione pure questa, in quanto è autodeterminazione innanzitutto di ristrette élite accomunate sia idealisticamente ma anche e forse soprattutto per interesse) creano conflitti più o meno insanabili, nascondendo in realtà battaglie ben più ampie tra gli Stati Uniti e l’Oriente in cui confluiscono gli interessi della Russia e della Cina (soprattutto di quest’ultima a questo punto della storia).

Per questo mi viene da pensare che la guerra in Ucraina (anche per come è nato il conflitto, innanzitutto interno, come guerra civile tra le regioni del Donbass filorusse e quelle occidentali filo occidentaliste – che poi anche qui ci sarebbe da aprire un discorso su come è nato questo conflitto intestino) sia il campo di battaglia su cui si sta svolgendo un conflitto ben più ampio che è quello del campo occidentale dominato dagli Stati Uniti e quello orientale dominato dalla Cina e in secondo piano dalla Russia.

Una nuova Guerra fredda o meglio al momento tiepida tra i due blocchi sta avvenendo, sperando non diventi mai bollente, per il bene e il futuro dell’umanità. Certo è che si sta giocando col fuoco.

Il sonno del poeta

Quando la mattina mi risveglio

e la luna si eleva un po’ stordita

sui prati umidicci,

i mandorli fioriti,

inconsapevoli illusionisti,

mi rimembrano per analogia

l’inverno e i candidi dipinti

dei rami dei castagni.

Ma il fragore degli uccelli,

e le rondini incravattate,

che stormiscono come onde

ridestandomi da questo sogno

segnalano l’arrivo dell’estate tropicale.

Allora che rimane al poeta

che si nutre della notte,

delle stelle, e delle ombre?

Che si prepari un giaciglio

mettendo la penna nel ripostiglio!

per ordinare nella mente

quei sentieri ormai perduti,

dove magia e inconsapevole bellezza

gli sussurrano dolcemente

quelle rime e quei ricami

che si intrecciano, disegnando,

armonie musicali.

Mio bel paesello

Mio bel paesello

Che dormi indolente

Sdraiato sotto i monti

Puoi dirmi il segreto

Per cui ti amo così tanto

E mai di te sono stanco?

Saranno le case vecchie e abbandonate

Sarà la carezza della neve

Sarà la luce della tua grazia

o il verde del meriggio.

Io non so cosa sia mio bel paesello

Ma tra il silenzio che mi accompagna,

e le campagne che si sposano col rapillu,

Dedico a te questa mia bella poesia

Innocente come la mia malinconia.

Per la festa delle donne

Oggi è una giornata speciale. Una giornata da celebrare. Una giornata che deve spingere alla riflessione. Oggi è la Festa delle Donna. L’8 marzo. Un giorno di festa, l’inizio della primavera, le mimose, il sole che inizia a farsi spazio tra le nubi. La bella stagione si avvicina.

Ma se la natura festeggia, il cielo è tutt’altro che sgombro, per quella parità di genere che ancora nonostante gli enormi progressi fatti nel campo dei diritti civili, è lontana dall’essere realizzata.

Tutti i dati a nostra disposizione sottolineano che le donne sono più istruite, conseguono risultati migliori rispetto agli uomini in ogni scuola di ordine e grado ma sono lungi dall’avere retribuzioni paragonabili, e medesime opportunità di carriera.

Certo nelle fasce più alte della società le donne stanno iniziando ad imporsi per competenza, capacità di leadership, e determinazione. Eppure, c’è una realtà più complessa che merita di essere sviscerata, una zona d’ombra fatta di iniquità, di repressione e persino di violenza.

Purtroppo, sono all’ordine del giorno quelli che da qualche anno vengono denominati femminicidi. Ricordo con chiarezza che almeno sino ai primi anni del nuovo millennio gli assassini di uomini su donne erano considerati raptus, quasi a scagionare la malevolenza di atti ignobili e criminali.

Perché purtroppo va detta tutta la verità, di irrazionale c’è davvero poco: c’è al contrario il calcolo di porre fine ad un’esistenza, di sfregiare, di coercere, di reprimere la libertà di autodeterminazione, di isolare, di terrorizzare, di schiavizzare attraverso minacce, attraverso svilimenti, attraverso umiliazioni e vessazioni.

Ma come si può arrivare a tutto ciò? Come possono molti uomini concepire tale progetto?

Certo, è difficile entrare nella mente umana, le ragioni psicologiche e culturali possono essere molteplici, ma non costituiscono un’attenuante, perché ogni essere umano ha sempre di fronte a sé la libertà di scegliere. Sono rarissimi gli atti inconsulti dettati da patologie che distorcono la capacità volitiva. Allora il problema è un altro.

Il problema è la volontà di fare del male a qualcosa che viene percepito come proprio, come oggetto, come proprietà, di cui liberamente disporre. Le motivazioni sono quindi culturali e psicologiche, ma su tutte regna una scelta sadica: quella di nuocere, di reprimere, di sopprimere prima psicologicamente e poi nei casi più efferati, fisicamente, quelle donne che non ci stanno, che cercano un futuro migliore, per sé e per magari per i propri figli. Quindi non c’è ragione che tenga, questi uomini vanno puniti severamente, senza attenuanti… E pur tuttavia non si può sottacere la possibilità di opere di prevenzione: l’istruzione, l’educazione sentimentale per i più giovani, che deve partire dalle famiglie per finire nelle scuole e in ogni centro di aggregazione istituzionale e non solo.

In un mondo che invece va in un’altra direzione. La pornografia ormai fruibile anche ai più giovani, le pubblicità più o meno subliminali che pongono la donna semplicemente come corpo appetibile, il clima di odio e di violenza veicolato dai social verso tutto ciò che viene percepito come debole e inerme.

Si deve quindi fare molto di più nel campo della formazione. Le donne vanno rese sempre più consapevoli di quei segnali premonitori di violenza da parte di uomini che dicono (ma nemmeno sempre) di amarle (distorcendo chiaramente il significato di amore) creando dei punti di ascolto davvero efficaci, per un sostegno, spesso difficile da ottenere, spesso difficile da chiedere: a causa della vergogna, a causa dell’insicurezza provocata da questi uomini violenti, a causa della solitudine; in una società in cui i legami sono sempre più sfilacciati, in una società poco propensa alla solidarietà, in una società spesso indifferente.

A volte basta poco. Leggere negli occhi. Prestare ascolto. Chiedere sinceramente. Le donne sanno nascondere la propria sofferenza. Sono forti. Ma non sempre possono farcela da sole. A volte la sfida è troppo ardua per le loro forze.

Per questo muoviamoci. Sentiamoci tutti più responsabili. Noi uomini, noi donne. Noi tutti insieme. Per un mondo più giusto, per un mondo più equo, per un mondo dove davvero regni l’amore.