Quando il tuo sorriso baciava i miei occhi
Io mi sentivo a casa:
L’odore del caffè,
la tua operosità,
mi accoglievi col tuo sguardo mite
che mai più conoscerò
se non nei miei sogni.
Ero felice e non lo sapevo
quando mi chiedevi
se avevo fatto i compiti:
mi sentivo considerato
così naturalmente
che quasi nemmeno me ne rendevo conto.
Quando il tuo abbraccio
accompagnava il mio ritorno
io stanco della mia mente,
mi abbandonavo all’amore che emanavi
così immutabile,
così eterno.
Ricordi sparsi,
ricordi su cui mettere ordine.
Oggi è la tua giornata,
così santa, così devota,
mai bigotta,
mai scontata,
come solo tu sapevi essere,
una presenza buona,
luminosa:
inondavi il mondo,
di amore e nemmeno lo sapevi.
Eri la luce dei miei occhi,
attraverso cui mi guardavi
in silenzio,
così beata,
così tenera,
come solo tu potevi essere.
Ricordo quelle giornate al mare,
da bambino,
te stesa al sole,
te che ti prendevi cura di noi,
te che eri così semplice in tutto
quel che facevi.
Ti sei sacrificata sull’altare della vita,
come i Santi, di cui ora è il giorno.
e io non riesco a darti onore con le parole,
come meriti
di tutto quel che eri.
E io che quando eri in vita
davo per scontato molte cose,
ora capisco che il tuo amore,
era come il sole,
sempre presente,
a volte nemmeno compreso,
come faceva il tuo sguardo tenerissimo,
che solo chi ti ha conosciuto,
può comprendere.
Hai lasciato un vuoto immenso,
incommensurabile.
Da quel giorno niente è stato più lo stesso
e il dolore,
accompagna ogni mio passo,
ogni mio sospiro,
ma tu sei con me,
ora più che mai,
e io oggi vedo attraverso te,
e sono forse una persona migliore,
solo grazie a te.
E anche se la mattina,
non sento più l’odore del caffè,
ti vedo, ti sento, ti tocco,
e anche se non so cosa ci attende,
quando guardo le stelle,
che tempestano come diamanti,
la volta celeste,
io sento che l’universo mi abbraccia,
come facevi tu,
che mi desti la vita.
E immagino ciò che eri,
prima che io nascessi.
Ti vedo bambina con i tuoi occhi buoni,
che guardavi piena di amorevole operosità,
un mondo di cui ti sei sempre presa cura,
come hai fatto con noi, la tua famiglia,
il tuo tutto.
E tu eri il mio tutto,
e se oggi sono certo,
il dolore non ha sopraffatto il mio cuore,
lo devo al tuo,
così semplice, così buono:
<<La vita è così bella Davide,
come fai a non capirlo?
Come puoi non vederlo>>.
In fondo bastava poco a lei,
non conosceva
il nero di questo mondo.
Lei era la luce,
che ci illuminava,
e io ero la notte,
illuminata dal suo sorriso.
Luna di un sole immutabile,
come era immutabile ed eterno,
il suo immenso
Amore.