La ballata del morto

Una giostra arrugginita

mi avverte che la fine si avvicina.

Non riesco a vedermi solo

in questa casa decadente,

la mia bara è tenebrosa ma lucente.

Vedo che tutto ciò a cui tenevo

lo ha acquistato il miglior offerente,

tutto questo è già presente.

Il mio sangue è impazzito,

il mio giorno è finito.

Loro verranno al mio funerale

o forse non verrà più nessuno.

Non riesco a vedere niente!

Non posso capire niente!

Non ne posso più di questo giorno indifferente!

Quattro vecchie al mio funerale,

hanno pregato allungo al mio capezzale:

Vi prego non venite al mio funerale!!

Casa di bambole

Costruirò una casa tenebrosa

Dove puoi rimpicciolirti

In un minuscolo ragno bianco

E rimpinzarti di orribili ricordi

Con le tue fauci vanitose

Vorrei soffocare il passato in un bozzolo

E aiutarti a muoverti

Con tutto il corpo

Ti possederò

Non perché ho bisogno di te

E non voglio essere un altro

Perché io non ho bisogno di essere di nessuno

E non mi voglio inginocchiare al tuo altare

Io non credo più a Dio

Ma ti terrò sempre bagnata

In un mondo sempre più arido

Ti riporterò indietro

Sulla scala dei ricordi

E avvolgimi pure con le tue fauci fameliche

Ci consumeremo a vicenda

Tesseremo insieme un bocciolo

Dove non ci sarà più niente da nascondere

E potremo annegare nel nostro stesso sangue

Non ti prometto le stelle

E nemmeno Dio o una religione

Non ti prometto la mia anima

Ma tu credi in me

E saliremo sulla scala dei ricordi

E il mondo sarà meno arido insieme

Gli spettri del passato

non ci potranno perseguitare

nel santuario senza Dio

che costruirò per te

Una casa di bambole

Dove nessuno potrà entrare

E la luna tesserà le sue tele intorno al nostro bozzolo

E il sole sarà invidioso della nostra oscurità

E ci rimpiccioliremo insieme

Prima di raggiungere le profondità

Dove non ci sarà più spazio

per orribili ricordi

Autodistruzione

La mia meravigliosa macchina sta mutando

I circuiti elettrici hanno trovato un nuovo alimentatore

È uno sviluppo che aspettavo da tempo.

La tua empietà ha sgomberato il campo

La battaglia che abbiamo condotto

ha lasciato il nostro tempio.

E il battito mortale del tuo cuore

ha tradito ogni aspettativa

mentre il mio sangue intriso del tuo

lo hai buttato in una bacinella sporca.

Ma prima che il veleno smetta di bruciare

ogni tetro anfratto del mio ego

inchiniamoci insieme sul confessionale

per fare scempio di quel poco che è rimasto

sulla lapide della mia autodistruzione.

Arcipelago tropicale

Serata piovosa di novembre

Aria che puzza di fuliggine e fumo

E l’eco del mio futuro

Che mi chiama beffardo

Come vento che ti sbatte lontano.

Sole spento

Rabbia e profumo

La strada con me è un tutt’uno.

Non ho mai voluto fare compromessi

Non ho mai ubbidito

Non ho mai reagito

Mentre le stagioni appassiscono

Come le foglie di primavera

alla luna d’autunno ingialliscono.

E la mia nave è ferma tra malefiche bonacce

E il mio futuro è un mare piatto e insicuro

Così navigo tra malevoli speroni

E rimango solo a navigare

Immobile in arcipelago tropicale .

A mia madre

Quando il tuo sorriso baciava i miei occhi

Io mi sentivo a casa:

L’odore del caffè,

la tua operosità,

mi accoglievi col tuo sguardo mite

che mai più conoscerò

se non nei miei sogni.

Ero felice e non lo sapevo

quando mi chiedevi

se avevo fatto i compiti:

mi sentivo considerato

così naturalmente

che quasi nemmeno me ne rendevo conto.

Quando il tuo abbraccio

accompagnava il mio ritorno

io stanco della mia mente,

mi abbandonavo all’amore che emanavi

così immutabile,

così eterno.

Ricordi sparsi,

ricordi su cui mettere ordine.

Oggi è la tua giornata,

così santa, così devota,

mai bigotta,

mai scontata,

come solo tu sapevi essere,

una presenza buona,

luminosa:

inondavi il mondo,

di amore e nemmeno lo sapevi.

Eri la luce dei miei occhi,

attraverso cui mi guardavi

in silenzio,

così beata,

così tenera,

come solo tu potevi essere.

Ricordo quelle giornate al mare,

da bambino,

te stesa al sole,

te che ti prendevi cura di noi,

te che eri così semplice in tutto

quel che facevi.

Ti sei sacrificata sull’altare della vita,

come i Santi, di cui ora è il giorno.

e io non riesco a darti onore con le parole,

come meriti

di tutto quel che eri.

E io che quando eri in vita

davo per scontato molte cose,

ora capisco che il tuo amore,

era come il sole,

sempre presente,

a volte nemmeno compreso,

come faceva il tuo sguardo tenerissimo,

che solo chi ti ha conosciuto,

può comprendere.

Hai lasciato un vuoto immenso,

incommensurabile.

Da quel giorno niente è stato più lo stesso

e il dolore,

accompagna ogni mio passo,

ogni mio sospiro,

ma tu sei con me,

ora più che mai,

e io oggi vedo attraverso te,

e sono forse una persona migliore,

solo grazie a te.

E anche se la mattina,

non sento più l’odore del caffè,

ti vedo, ti sento, ti tocco,

e anche se non so cosa ci attende,

quando guardo le stelle,

che tempestano come diamanti,

la volta celeste,

io sento che l’universo mi abbraccia,

come facevi tu,

che mi desti la vita.

E immagino ciò che eri,

prima che io nascessi.

Ti vedo bambina con i tuoi occhi buoni,

che guardavi piena di amorevole operosità,

un mondo di cui ti sei sempre presa cura,

come hai fatto con noi, la tua famiglia,

il tuo tutto.

E tu eri il mio tutto,

e se oggi sono certo,

il dolore non ha sopraffatto il mio cuore,

lo devo al tuo,

così semplice, così buono:

<<La vita è così bella Davide,

come fai a non capirlo?

Come puoi non vederlo>>.

In fondo bastava poco a lei,

non conosceva

il nero di questo mondo.

Lei era la luce,

che ci illuminava,

e io ero la notte,

illuminata dal suo sorriso.

Luna di un sole immutabile,

come era immutabile ed eterno,

il suo immenso

Amore.