Mio bel paesello

Mio bel paesello

Che dormi indolente

Sdraiato sotto i monti

Puoi dirmi il segreto

Per cui ti amo così tanto

E mai di te sono stanco?

Saranno le case vecchie e abbandonate

Sarà la carezza della neve

Sarà la luce della tua grazia

o il verde del meriggio.

Io non so cosa sia mio bel paesello

Ma tra il silenzio che mi accompagna,

e le campagne che si sposano col rapillu,

Dedico a te questa mia bella poesia

Innocente come la mia malinconia.

Per la festa delle donne

Oggi è una giornata speciale. Una giornata da celebrare. Una giornata che deve spingere alla riflessione. Oggi è la Festa delle Donna. L’8 marzo. Un giorno di festa, l’inizio della primavera, le mimose, il sole che inizia a farsi spazio tra le nubi. La bella stagione si avvicina.

Ma se la natura festeggia, il cielo è tutt’altro che sgombro, per quella parità di genere che ancora nonostante gli enormi progressi fatti nel campo dei diritti civili, è lontana dall’essere realizzata.

Tutti i dati a nostra disposizione sottolineano che le donne sono più istruite, conseguono risultati migliori rispetto agli uomini in ogni scuola di ordine e grado ma sono lungi dall’avere retribuzioni paragonabili, e medesime opportunità di carriera.

Certo nelle fasce più alte della società le donne stanno iniziando ad imporsi per competenza, capacità di leadership, e determinazione. Eppure, c’è una realtà più complessa che merita di essere sviscerata, una zona d’ombra fatta di iniquità, di repressione e persino di violenza.

Purtroppo, sono all’ordine del giorno quelli che da qualche anno vengono denominati femminicidi. Ricordo con chiarezza che almeno sino ai primi anni del nuovo millennio gli assassini di uomini su donne erano considerati raptus, quasi a scagionare la malevolenza di atti ignobili e criminali.

Perché purtroppo va detta tutta la verità, di irrazionale c’è davvero poco: c’è al contrario il calcolo di porre fine ad un’esistenza, di sfregiare, di coercere, di reprimere la libertà di autodeterminazione, di isolare, di terrorizzare, di schiavizzare attraverso minacce, attraverso svilimenti, attraverso umiliazioni e vessazioni.

Ma come si può arrivare a tutto ciò? Come possono molti uomini concepire tale progetto?

Certo, è difficile entrare nella mente umana, le ragioni psicologiche e culturali possono essere molteplici, ma non costituiscono un’attenuante, perché ogni essere umano ha sempre di fronte a sé la libertà di scegliere. Sono rarissimi gli atti inconsulti dettati da patologie che distorcono la capacità volitiva. Allora il problema è un altro.

Il problema è la volontà di fare del male a qualcosa che viene percepito come proprio, come oggetto, come proprietà, di cui liberamente disporre. Le motivazioni sono quindi culturali e psicologiche, ma su tutte regna una scelta sadica: quella di nuocere, di reprimere, di sopprimere prima psicologicamente e poi nei casi più efferati, fisicamente, quelle donne che non ci stanno, che cercano un futuro migliore, per sé e per magari per i propri figli. Quindi non c’è ragione che tenga, questi uomini vanno puniti severamente, senza attenuanti… E pur tuttavia non si può sottacere la possibilità di opere di prevenzione: l’istruzione, l’educazione sentimentale per i più giovani, che deve partire dalle famiglie per finire nelle scuole e in ogni centro di aggregazione istituzionale e non solo.

In un mondo che invece va in un’altra direzione. La pornografia ormai fruibile anche ai più giovani, le pubblicità più o meno subliminali che pongono la donna semplicemente come corpo appetibile, il clima di odio e di violenza veicolato dai social verso tutto ciò che viene percepito come debole e inerme.

Si deve quindi fare molto di più nel campo della formazione. Le donne vanno rese sempre più consapevoli di quei segnali premonitori di violenza da parte di uomini che dicono (ma nemmeno sempre) di amarle (distorcendo chiaramente il significato di amore) creando dei punti di ascolto davvero efficaci, per un sostegno, spesso difficile da ottenere, spesso difficile da chiedere: a causa della vergogna, a causa dell’insicurezza provocata da questi uomini violenti, a causa della solitudine; in una società in cui i legami sono sempre più sfilacciati, in una società poco propensa alla solidarietà, in una società spesso indifferente.

A volte basta poco. Leggere negli occhi. Prestare ascolto. Chiedere sinceramente. Le donne sanno nascondere la propria sofferenza. Sono forti. Ma non sempre possono farcela da sole. A volte la sfida è troppo ardua per le loro forze.

Per questo muoviamoci. Sentiamoci tutti più responsabili. Noi uomini, noi donne. Noi tutti insieme. Per un mondo più giusto, per un mondo più equo, per un mondo dove davvero regni l’amore.

Cos’è l’amore

Cos’è l’amore

Si ama e si ama

Si ama una rosa

Si ama un bambino

Si ama un vicino

Si ama un sorriso

Si ama chi ti sta vicino

Io non so cos’è l’amore

So che è un sentimento che ti sboccia nel cuore

So che quando è primavera

Il sole ti sorride e non senti più dolore

So che la neve quando ti accarezza il viso

Ti ama senza nessun preavviso

Non sempre chi ti ama ha bisogno di dirlo

Il sole mica te lo dice quando illumina le strade polverose

La luna mica te lo dice quando rischiara la notte serena

Il tuo bambino quando ti sorride per la prima volta        

L’erba dei prati

Il fresco vento della sera dopo una giornata torrida

Una birra con un amico

Le parole della nonna che ti accoglie dopo un lungo viaggio

Lo sguardo della donna che ti ama

Il libro che hai aperto e che non hai mai finito

Mica ti dicono <<ti amo>>

Le parole sono involucri superflui

Il contenuto e ciò che ti suscitano contano

Chi ti ama ti ama e basta